CURARSI CON LA MUSICOTERAPIA

Riconoscere una melodia

Gli studi di neuromorfologia evidenziano come forma e volume di un tessuto o di un organo siano direttamente collegati alla loro organizzazione funzionale e alla densità cellulare.

Un esempio emblematico è la correlazione tra memoria, abilità spaziali e volume dell’ippocampo, oppure tra anomalie comportamentali e volume del lobo frontale.

Curarsi con la Musicoterapia

Memoria e melodia

Il legame tra musica e funzione mnemonica

Una melodia è una concatenazione di note definite dagli intervalli che le separano. È proprio il riconoscimento di questa sequenza di intervalli che consente di distinguere una melodia da un’altra.

Un aspetto sorprendente è la capacità del cervello umano di riconoscere una melodia anche se trasposta in un’altra tonalità, cioè quando tutte le note sono alzate o abbassate, mantenendo però invariati gli intervalli tra esse.

Gli studi di neuromorfologia evidenziano come forma e volume di un tessuto o di un organo siano direttamente collegati alla loro organizzazione funzionale e alla densità cellulare. Un esempio emblematico è la correlazione tra memoria, abilità spaziali e volume dell’ippocampo, oppure tra anomalie comportamentali e volume del lobo frontale.

Una melodia è una concatenazione di note definite dagli intervalli che le separano. È proprio il riconoscimento di questa sequenza di intervalli che consente di distinguere una melodia da un’altra. Un aspetto sorprendente è la capacità del cervello umano di riconoscere una melodia anche se trasposta in un’altra tonalità, cioè quando tutte le note sono alzate o abbassate, mantenendo però invariati gli intervalli tra esse.

Percepire la musica implica:

  • il riconoscimento delle sequenze di note
  • l’individuazione delle regole tonali
  • l’identificazione delle sovrastrutture armoniche
  • la distinzione delle combinazioni ritmiche

Altri aspetti rilevanti, come la durata dei brani, richiedono una solida capacità di memoria, rendendo evidente il legame tra musica e funzione mnemonica.

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Melodia e memoria

Immagine simbolica che rappresenta l'ascolto di una melodia musicale.

Richiamare l’intera esperienza con una melodia

La memoria è una funzione essenziale della mente umana: consente di conservare e recuperare esperienze passate per comprendere il presente e proiettarsi nel futuro. Essa è alla base della percezione, del linguaggio, della pianificazione e della capacità di risolvere problemi.

Esistono due componenti principali della memoria:

  • Genetica, legata alla struttura cerebrale e al DNA
  • Acquisita, basata sull’esperienza e sugli stimoli ambientali

L’ippocampo gioca un ruolo fondamentale nella codifica delle informazioni, pur non essendo il luogo in cui le memorie vengono conservate. Esso gestisce anche emozioni e percezioni, integrando il vissuto con la realtà.

Non esiste una sede unica per i ricordi: ogni informazione è distribuita in reti di cellule mnemoniche. Anche una piccola porzione di stimolo può bastare a richiamare l’intera esperienza, proprio come avviene con una melodia.

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Un metodo per riconoscere e memorizzare una melodia

Immagine simbolica che rappresenta l'ascolto di una melodia musicale.

Miglioramento nell’attenzione, nella memoria e nel linguaggio

La memoria funziona per associazione. Per questo, ho sviluppato un metodo che stimola contemporaneamente diversi canali: visivo, uditivo, motorio e fonologico. L’obiettivo è offrire un’esperienza multisensoriale ricca, che permetta al bambino di creare più ancoraggi mnemonici e rafforzare la rievocazione anche partendo da un frammento.

Una testimonianza formativa

Tra le numerose esperienze formative, ricordo con piacere un corso di aggiornamento ad Assisi, presso la storica Scuola di Musicoterapia Italiana.

Tra i relatori: Pierluigi Postacchini, Gerardo Manarolo, Maurizio Spaccazocchi, Ferdinando Suvini.

Un altro intervento di rilievo fu quello della dr.ssa Luisa Lopez, neuropsichiatra infantile presso il centro “Villaggio Eugenio Litta” di Grottaferrata, che parlò del potere neuro-cognitivo protettivo della musica nei bambini e della sua persistenza nel tempo.

Musica e bambini: stimoli cognitivi precoci

La musica, se ascoltata fin dalla prima infanzia (in alcuni casi anche in utero), contribuisce a formare l’ambiente culturale e cognitivo del bambino. Gli stimoli sensoriali ricevuti generano memorie multisensoriali che favoriscono lo sviluppo del linguaggio, del movimento, della categorizzazione dei suoni e della memoria.

Le “pillole sonore” offerte nei primi anni di vita supportano la costruzione delle funzioni cognitive superiori. La ricerca scientifica conferma sempre di più che lo studio di uno strumento musicale migliora competenze non solo musicali ma anche extramusicali, come la lettura, la discriminazione uditiva, la manualità fine e persino la comprensione delle frazioni.

La dr.ssa Luisa Lopez ha dichiarato come oggi, le ricerche siano in grado di affermare la trasferibilità di abilità musicali acquisite in altre funzioni cognitive: l’attenzione, la discriminazione uditiva, la memoria, la coordinazione motoria, la manualità fine.

È possibile affermare l’esistenza di un’interconnessione funzionale tra domìni di competenze simili (facilmente riscontrabili: suonare uno strumento e manualità fine), ma non si esclude un nesso, per quanto difficilmente dimostrabile, anche tra quelle molto distanti tra loro (es: notazione ritmica e comprensione delle frazioni matematiche).

Negli ultimi anni, molti lavori di ricerca convengono che il training musicale, se metodologicamente ben strutturato, intensivo e condotto per un periodo sufficientemente lungo, può portare ad un miglioramento nell’attenzione, nella memoria e nel linguaggio.

Riconoscere una melodia è un’attività complessa che coinvolge percezione, memoria e associazioni multisensoriali.

Stimolare precocemente i bambini con la musica permette di attivare un ricco patrimonio cognitivo, con effetti benefici che durano nel tempo.

La musica, in questo senso, è molto più di un’arte: è una via concreta per lo sviluppo armonico della mente.